Il 20 e 29 maggio 2012 l’Emilia ha tremato, lasciando un segno indelebile nel cuore della comunitĂ , nel tessuto sociale e nel tessuto economico del territorio.
Alle ore 4.03 di domenica il primo sisma, di magnitudo pari a 5.9 gradi della scala Richter e alle ore 9 di martedì 29 maggio un secondo terremoto di magnitudo pari a 5.8 gradi Richter con epicentro localizzato più a ovest rispetto al precedente. L’area maggiormente colpita dai due eventi sismici è compresa tra le province di Reggio Emilia, Modena, Ferrara e Bologna. Ma le scosse sono avvertite nettamente in gran parte dell’Italia del nord e causano danni anche in Lombardia e Veneto. Muoiono a causa delle scosse 28 persone, i feriti sono oltre 300. Sono invece 59 i comuni interessati complessivamente dagli eventi sismici: 15 nel reggiano, 19 nel modenese, 16 nel bolognese, 8 nel ferrarese e 1 nel piacentino.
Gli abitanti complessivamente coinvolti residenti in quell’area allargata sono circa 900 mila.
All’indomani della prima scossa, gli Assistenti Sociali dei territori colpiti sono tutti presenti in quello che resta dei loro uffici. Fanno parte delle comunità colpite, come gli altri cittadini, qualcuno dorme in macchina, qualcuno ha dovuto portare al sicuro la propria famiglia, qualcuno non ha più una casa dove rientrare la sera. Sono lì, con le persone e nelle comunità ferite. Con grande professionalità ed umanità .
Anche l’Ordine si è messo a disposizione della popolazione e dei Servizi Sociali dei territori colpiti dai terremoti, già dalla prima scossa del 20 maggio, definendo, in collaborazione con la Protezione Civile e il Servizio Coordinamento Politiche Sociali, una procedura che ha permesso l’invio di Assistenti Sociali volontari a supporto dei colleghi dei comuni maggiormente in difficoltà .
In relazione alle disponibilitĂ raccolte, dal 6 giugno al 31 ottobre 2012 sono state assegnate 98 assistenti sociali, di cui 63 a titolo completamente volontario, ovvero prendendosi alcuni giorni di ferie o permessi orari, e 35 autorizzate dal proprio Ente.
Un’attività e una collaborazione che ha permesso alla Protezione Civile di comprendere il fondamentale apporto del Servizio Sociale nell’organizzazione del soccorso alla popolazione e che ha aperto una riflessione della comunità professionale sul sostegno possibile in questo abito di intervento.
Un ringraziamento a chi ancora oggi opera in tali contesti e a chi è andato a portare il proprio sostegno professionale e personale.