Cara colleghe e cari colleghi,come molti di voi già sanno, venerdì scorso 11 maggio la nostra professione è stata oggetto di un attacco verbale, violento e offensivo, come pochi altri.
Purtroppo (o per fortuna, verrebbe da dire) stavolta non ci è stato sferrato da persone superficiali o prevenute come a volte (spesso) succede quando espressioni poco felici ci vengono rivolte da giornalisti o dal cosiddetto uomo della strada.
No, stavolta a definirci “incompetenti” e “non professionali” è stata Samuela Frigeri, avvocato, nonchĂ© presidente del Coordinamento dei Centri Antiviolenza dell’Emilia Romagna. Non contenta, Frigeri – nel corso del suo intervento al convegno regionale “Parenting in domestic violence: strategie di intervento per una genitorialitĂ responsabile”, tenutosi a
Bologna – ha anche attaccato pesantemente il lavoro dei Servizi sociali nei confronti delle madri vittime di violenza, accusando gli operatori di colludere con i padri e non tutelare donne e bambini.
C’è da rimanere attoniti di fronte a tali affermazioni frutto oltre di ignoranza anche di una buona dose di incompetenza e di presunzione.
Bene hanno fatto le colleghe ed i colleghi – dopo le prime vibrate proteste – constatando che la relatrice proseguiva imperterrita nel suo atteggiamento offensivo ad abbandonare per protesta la sala del convegno. Altrettanto bene ha fatto la collega Marina Frigieri, Responsabile Servizio sociale tutela minori dell’Unione dei Comuni del Distretto Ceramico, e successiva relatrice, a non raccogliere le provocazioni di Frigeri e a svolgere – pur in un clima di imbarazzata tensione – il suo intervento.
Questo ennesimo episodio di denigrazione e di offesa alla nostra professione va condannato nel modo piĂą netto.
Voglio che voi tutti sappiate che non lasceremo passare sotto silenzio questo gravissimo attacco alla intera nostra comunità professionale: stiamo avviando tutti i necessari passi formali verso la Regione Emilia Romagna, verso lo stesso Coordinamento dei Centri Antiviolenza e verso l’organismo di disciplina dell’Ordine forense di competenza, affinchè si faccia piena luce su questa vicenda e, ove ne esistano gli estremi, chiederemo vengano adottati i conseguenti provvedimenti.
Una cosa deve essere chiara a tutti: noi non ci faremo intimidire né condizionare nei nostri atti e nei nostri comportamenti professionali.
Ne va della nostra dignità ; ne va, soprattutto, dell’efficacia del nostro lavoro verso gli utenti verso i quali noi tutti dimostriamo quotidianamente quella competenza e quella professionalità che ci viene sempre riconosciuta.