È trascorso un anno dalla sua scomparsa e solo ora riesco a trovare le parole per
ricordare la collega Alma Mognaschi, mancata improvvisamente ai suoi affetti l’11 gennaio
del 2014.
Alma ha lavorato per l’Azienda Unità Sanitaria Locale di Parma e poi per il Comune per
oltre 20 anni, dal 1983 al 2007, svolgendo la sua attività prevalentemente nel Settore
Minori e Adulti. La progettazione e istituzione del Consultorio per le donne immigrate di
Parma e le attività di consulenza e docenza rivolta agli insegnanti, nella valutazione delle
situazioni di rischio e prevenzione del disagio giovanile, sono solo alcuni esempi
dell’impegno profuso a molti livelli, per dare voce alle condizioni di difficoltà dei bambini e
delle loro famiglie.
Tra il 1997 e il 2003 Alma ha svolto delicate istruttorie (inerenti separazioni conflittuali e
limitazioni della potestà genitoriale), su mandato del Tribunale per i Minorenni di Bologna e
del Tribunale Ordinario di Parma, per tutto il territorio cittadino. Ha inoltre assunto incarichi
di Ausiliario di Polizia Giudiziaria.
L’esercizio del ruolo si è pertanto sviluppato in molteplici funzioni e il coordinamento di
servizio è stato uno degli ultimi “luoghi” della professione ove é stato possibile
apprezzarla.
E’ incredibile come tutta l’esperienza maturata in tanti anni di lavoro e di costante crescita
sia riassumibile in così poche righe; ma sui temi dell’abuso e del maltrattamento
all’infanzia è stata certamente unica in quegli anni e un ineludibile punto di riferimento per
molti colleghi. L’aiuto e l’estrema disponibilità che Alma ha rivolto a chi, come me, ha avuto
la fortuna di conoscerla, è stata di fondamentale importanza e di sostegno emotivo e
tecnico nelle situazioni più difficili in cui occorreva affrontare il dolore dei minori e quello
delle famiglie, talora carico di sentimenti di rabbia e frustrazione.
Il suo lavoro e la sua passione vera per le tematiche sociali sono testimoniate dalla sua
estrema coerenza al ruolo professionale e dal rifiuto di ogni logica di potere. La stessa
coerenza che Alma ha dimostrato quando si è spontaneamente dimessa dall’incarico di
Assistente Sociale nel 2007, affaticata da un contesto di lavoro nel quale la professionalità
e l’impegno orientato alle persone piuttosto che alle regole precostituite avevano perduto il
loro significato più importante.
Personalmente l’ho conosciuta all’inizio della mia vita professionale. Ero ancora una
tirocinante ma ne sono stata “rapita”, e ammetto di averla amata da subito.
Per tanti motivi, o forse per uno solo: la sua grande ironia e la sua capacità di ridere e di
non prendersi mai troppo sul serio anche quando le situazioni non sembravano
permetterlo. Alma mi ha insegnato a dare senso, forma e contenuto al lavoro
professionale; mi ha insegnato che la fiducia e il rispetto reciproco non sono mai secondari
nei rapporti professionali, e anzi, vanno coltivati e alimentati.
Ha saputo trasmettermi passione per il lavoro e mi ha aiutata a non perdermi mai in sterili
lamenti; mi ha insegnato che occorre avere coraggio e forza per non perdere la propria
identità e non perdere quel ruolo tanto faticosamente conquistato.
Con queste parole, Alma, sento il bisogno di ringraziarti anche a nome di tante altre voci
che certamente conservano uno splendido ricordo di te.
Giovanna Vendemia
In ricordo di Alma Mognaschi
- Data pubblicazione 29 Dicembre 2014
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